Una volta si diceva che il Barolo era il vino dei re ed il re dei vini. Oggi che i re sono passati di moda, il Barolo è divenuto un vino di classe, di prestigio, per chi vuole staccarsi dalla media.
L’eleganza, la piacevole armonia sono divenute le componenti vitali della sua immagine, anche se è rimasta la grande struttura, e la ricchezza dei profumi e del sapore rimane una garanzia di pregio e di tipicità.
L’artefice delle lotte e delle riuscite, il primo attore su di un palcoscenico che vede raccolti molti interpreti di eccezione è l’uva Nebbiolo.
La zona del Barolo è, a suo modo, piccola, circoscritta ai colli ed alle valli di soli undici comuni.
Il Barolo passa lunghi mesi prima di poter accedere al tavolo del consumatore: devono trascorrere almeno tre anni a partire dal 1° gennaio successivo al momento della raccolta delle uve; un tempo molto lungo di maturazione e di invecchiamento, trascorso in parte in botti di rovere (almeno due anni) e tutto il resto nei contenitori che il cantiniere ritiene più adatti al prodotto che ha a disposizione.
Il Barolo è grande, nei colori rosso granata, che ricordano i rossori dei tramonti d’estate, nei profumi che si annunciano completi di sentori fruttati freschissimi e di insinuanti accenni speziati; perfino il tartufo bianco, altro protagonista di queste colline, sovente si scomoda per venire a completare gli attributi di un grande Barolo.
Anche nell’accostamento si preannunciano importanti connubi: è l’ideale per grandi arrosti, per formaggi appetitosi, per piatti a base di selvaggina, per stufati e carni cotte alla brace; ma anche qualche antipasto ben saporito e qualche primo condito con dovizia può essere degno compagno di avventura.
La gradazione alcolica minima è di 13,00% vol. e i 18°C sono la soglia minima per
quanto riguarda la temperatura di servizio.